giovedì 20 ottobre 2011

Rassegna Stampa: Crisi rifiuti - La protesta arriva alla Regione

Crisi rifiuti: La protesta arriva alla Regione

Mercoledì 19 Ottobre 2011 17:16 urbe - cronaca

Roma, 19 ott 2011- Monta la protesta contro le nuove discariche previste per sostituire quella di Malagrotta, che dovrebbe essere chiusa entro la fine dell'anno. Oggi gli abitanti di Riano, di Corcolle, ed il Comitato rifiuti zero del Lazio, si sono ritrovati davanti al Consiglio regionale di via della Pisana. La giornata del consiglio prevedeva infatti la discussione di due mozioni, presentate una dal gruppo consiliare della Federazione della sinistra e l’altra dai tutti i capigruppo dell’opposizione. Le mozioni riguardavano le misure urgenti da adottare per i rifiuti e la richiesta di non costruire nuove discariche ma di incentivare e puntare dritti sul riutilizzo, sul porta a porta e sul ciclo rifiuti zero. Alle 11,30 erano presenti già alcune centinaia di persone, armate di fischietti, bongo, trombette e tantissimi striscioni.

rifiuti_regioneL’atmosfera è civile ma la gente è molto arrabbiata: c’è la netta sensazione, se non la certezza, che le istanze dei cittadini vengano oramai disattese proprio quando la pubblica amministrazione deve prendere le decisioni più importanti. Tra i manifestanti alcuni si chiedono "perché proprio sotto casa mia?" Ma per la maggioranza il discorso va oltre queste logiche, pur comprensibili, legate solo all'interesse personale; la gente vuole un vero e proprio cambio di direzione, non vuole più discariche e inceneritori, vuole il ciclo rifiuti zero. Questo fantomatico Ciclo non è un’invenzione utopistica ma un fatto reale che in molte parti d’Europa è già attivo. Le parole di alcuni rappresentanti del Comitato sono chiare: “Non si attuano metodi simili perché, in questo tipo di soluzioni, il guadagno è generale e non dei soliti noti; altrimenti non si spiega perché continuare a pagare per una cosa che potrebbe portar guadagno.”

Le tre località dove dovranno sorgere le due discariche provvisorie e quella definitiva, sono: Corcolle,Riano (provvisorie) e Pizzo del Prete (definitiva). Elencare tutte le motivazioni che gli abitanti, di ognuno dei posti, hanno per opporsi sarebbe impossibile ma per dare un’idea basta pensare che Corcolle(VIII mun di Roma) è un quartiere privo di luoghi di aggregazione, di servizi e soprattutto di una decente rete stradale; già oggi il traffico è congestionato, immaginiamo cosa potrebbe succedere con l’aggiunta delle centinaia di camion dell’Ama che si troverebbero ogni giorno a fare la spola tra Roma e la discarica. Riano è un comune a nord di Roma ed il sito scelto si trova in una cava di tufo tuttora attiva ma che dalla Regione viene definita in disuso(manifestano anche gli operai della cava che perderanno il lavoro). Per di più ci troviamo nella valle del Tevere, nei pressi di alcune falde acquifere: superfluo spiegare perché già solo questo fatto dovrebbe rendere inattuabile il tutto. Pizzo del Prete, è una località verde quasi incontaminata, dove ancora si coltiva la terra, dove sorgono agriturismi e piccole aziende agricole. Non solo, questa ameno paesaggio è anche un sito archeologico di rilievo, con le sue testimonianze etrusche, romane e altomedioevali, tanto che anche il Ministro dei beni culturali Galan ha espresso parere contrario sulla discarica. Inoltre intorno a quest’ oasi verde, sorgono numerosi comuni e frazioni come Cerveteri, Ladispoli, Valcanneto, Cerenova e Fiumicino che inevitabilmente saranno inondati da tutto quello che normalmente esce da una discarica. Da sottolineare come nessuno dei tre siti scelti rispetti i limiti delle distanze che devono esserci fra costruzioni di questo genere e le abitazioni, a Riano, per esempio, la discarica sarebbe a soli 300 metri da un asilo.

Alle 12.30 una delegazione di cittadini viene fatta entrare per assistere alla riunione consiliare. Fuori tramite un altoparlante tutti possono sentire gli interventi dei vari consiglieri. Applausi per le parole dei firmatari delle mozioni e fischi fragorosi agli interventi della maggioranza, soprattutto a quello di Storace, reo secondo i più di aver risposto, come se non avesse proprio sentito le istanze dei dirimpettai che proponevano soluzioni alternative alle discariche, con la solita frase” da qualche parte bisogna metterli i rifiuti”. Ad un certo punto, forse per la paura di una possibile occupazione dell’aula da parte del Comitato, viene chiamata la polizia che però al momento di entrare nell’edificio viene bloccata da un muro umano formato da tutti i partecipanti alla protesta che con le mani in alto e intonando Fratelli d’Italia si mette davanti all’entrata. Al termine del dibattito, tutte le richieste vengono respinte e la maggioranza decide di perseverare sulla strada intrapresa. Alle 17.30 la riunione viene chiusa ma la delegazione dei comitati occupa l’aula consiliare. Questa sera i cittadini sono ancora riuniti: nessuno ha intenzione di arrendersi e l’unica certezza che esce da questa giornata di protesta è che ce ne saranno molte altre. Il pericolo che si arrivi alle scene viste a Napoli, con le persone in strada a difendere le proprie case e a bloccare i camion, è sempre più reale.

Fabrizio Cascapera

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