sabato 28 gennaio 2012

Il Tempo - Roma - Sulla discarica la politica tentenna Cerroni va avanti come una ruspa

Sulla discarica la politica tentenna Cerroni va avanti come una ruspa
Il presidente Colari: nel 2013 seconda linea gassificatore a Malagrotta

Sul futuro dello smaltimento dei rifiuti, o meglio, sul futuro delle discariche che accoglieranno l'immondizia romana, la politica tentenna, prende tempo, attende.

L'unico ad andare dritto come un treno, è Manlio Cerroni, il presidente della Colari che gestisce Malagrotta. Solo tre mesi fa pareva non ci fosse altra scelta. «Indietro non si torna», era il leit motiv delle istituzioni. Le due discariche temporanee di Riano e Corcolle erano considerate l'unica soluzione rimasta. I tempi stringevano. La dead-line era il 31 dicembre 2011. Poi, tutto a un tratto, i tempi si sono dilatati. Entro il primo gennaio Malagrotta avrebbe dovuto chiudere e i due nuovi siti sarebbero dovuti essere espropriati. Invece, agli sgoccioli del 2011, è arrivata la proroga di sei mesi di Malagrotta. E adesso quella di Riano non pare più l'unica alternativa. Il prefetto ha spiegato che da oggi verranno occupate le cave di Quadro Alto per permettere «le verifiche idrogeologiche per stabilire se il sito è idoneo». Pecoraro ha aggiunto: «Se non è idoneo dovremo cambiare destinazione». Ed ecco che le certezze di tre mesi fa hanno cominciato a sgretolarsi. Alemanno ha subito chiesto di essere coinvolto: «Se ci sono altre ipotesi, ci auguriamo che il prefetto verifichi e ci consulti». Polverini ha messo le mani avanti: «L'importante è raggiungere l'obiettivo di individuare nel più breve tempo possibile i siti. Siamo in una fase di verifica, attendiamo». Eppure, le zone di Corcolle e Riano erano state scelte su una rosa selezionatissima di sette aree papabili. Ad essere scartate furono Pian dell'Olmo (sempre a Riano), Osteriaccia, Monti dell'Ortaccio, Castel Romano. Pizzo del Prete, nel Comune di Fiumicino, è stato invece scelto come luogo dove dovrà sorgere, tra tre anni, la discarica definitiva. La svolta attendista su Riano ha suscitato le dure critiche del capogruppo Pd in Regione Esterino Montino: «Apprendo con stupore desolato che siamo ancora in una fase di verifica su Riano e Corcolle. Ma le valutazioni sull'idoneità di questi siti andavano fatte prima, non dopo. Si sono create aspettative a Malagrotta, data per già chiusa sui manifesti e invece sarà operativa sicuramente fino a giugno e quasi certamente fino a dicembre. Nello stesso tempo, si sono creati allarmismi e tensioni in tutta la Regione». Ad avere le idee chiare, invece, è Cerroni. Pochi giorni fa il Consiglio di Stato gli ha dato torto rigettando il ricorso con cui aveva chiesto di annullare lo stato di emergenza e, di conseguenza, l'esproprio di Quadro Alto a Riano. Sito che, guarda caso, è stato comprato a ottobre proprio da Cerroni. Il «re dei rifiuti» guarda già avanti: «La seconda linea del gassificatore di Malagrotta non funziona perché non c'è ancora il finanziamento, ma è già realizzata e nel 2013 potrà essere inaugurata. C'è un investimento di 200 milioni, un problema finanziario di non poco conto che, però, è in via di soluzione». Cerroni tira dritto anche sull'altro inceneritore che dovrebbe sorgere ad Albano e sui cui è atteso un pronunciamento del Consiglio di Stato: «Se tutto va bene, nel 2013 dovrebbe essere completato».Vai alla homepage
27/01/2012

mercoledì 25 gennaio 2012

Inceneritore e discarica a Fiumicino, primo piano su Rai Tre
Saoncella (Pd): “Dalla trasmissione ‘Presa Diretta’ si aggrava la posizione del sindaco Canapini

Il Faro on line - “In merito alla questione della discarica a Pizzo del Prete, l’inchiesta non ha fatto emergere temi nuovi, ma ha aggravato la posizione del sindaco Canapini”. E’ quanto afferma il segretario del Pd, Roberto Saoncella a seguito della messa in onda della trasmissione di Rai 3 “Presa Diretta” che si è occupata della questione rifiuti nel Lazio e quindi anche della discarica e dell’inceneritore a Fiumicino. "Nella trasmissione - prosegue Saoncella - il signor Lauteri, proprietario dell'azienda agricola biologica "Casale del Castellaccio", ha dichiarato che nel mese di maggio scorso, contattò il Sindaco per chiedere delle delucidazioni sul piano regionale ma, in quell’occasione, il primo cittadino gli avrebbe suggerito di cedere parte dei suoi terreni per realizzare un inceneritore e di entrare come socio nel progetto per partecipare agli utili”.
“Si tratta di affermazioni gravissime – ha aggiunto Saoncella - in quanto fino a poche settimane fa il Sindaco in Consiglio comunale aveva sempre dichiarato di non sapere nulla di preciso sulle intenzioni della Regione. Il Partito Democratico chiede al primo cittadino di fare chiarezza sulla questione, anche per tutelare la sua persona. Conoscendo tuttavia Lauteri e le sue leali e corrette posizioni, sappiamo che non mente. Questo vuol dire che a mentire è stato invece il Sindaco davanti tutto il consiglio comunale e indirettamente davanti tutta la cittadinanza. Questo dimostra ancora una volta – ha concluso Saoncella - come questa amministrazione non sia capace di tutelare il proprio territorio, ma sia solo asservita a strane logiche di potere. Per questo, ancora una volta, chiediamo che il sindaco dica tutta la verità davanti al Consiglio comunale e poi tragga le dovute conclusioni e si dimetta”.

martedì 24 gennaio 2012

(ANSA) - ROMA, 18 GEN - RIFIUTI LAZIO, BONESSIO (VERDI): ORA SARÀ REFERENDUM PER ABROGARE PIANO.

pubblicata da Verdi Lazio il giorno mercoledì 18 gennaio 2012 alle ore 18.40

ADERIAMO A INIZIATIVA COORDINAMENTO RIFIUTI ZERO.

''Ora sarà referendum. Noi Verdi, dopo l'approvazione del Piano 'Fuffa' Rifiuti, abbiamo deciso di aderire alla proposta del Coordinamento Rifiuti Zero del Lazio che ha lanciato oggi un referendum abrogativo del piano stesso''. Ad affermarlo il presidente dei Verdi del Lazio Nando

Bonessio. ''La logica di questo referendum ripercorre la battaglia di quello sul nucleare - spiega - proposto per tutelare i 'beni comuni', ambiente e salute dei cittadini. Inoltre l'abolizione per via popolare del Piano Rifiuti aprirà, finalmente, la strada alla raccolta differenziata che il centrodestra si ostina a non voler percorrere per proteggere interessi privati di lobby politico-industriali. Siamo convinti - aggiunge Bonessio - che si tratterà di una grande consultazione il cui esito sarà simile a quello sul nucleare e boccerà una volta per tutte la logica delle discariche e degli inceneritori portando concretamente il Lazio in Europa, al contrario di ciò che fa la Polverini il cui scopo - conclude - è smarcarsi dagli obblighi europei a tutti i costi''.


L'associazione rifiuti zero Valcanneto e' tra le promotrici di questa ambiziosa iniziativa essendo tra le associazioni fondatrici del Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio.

domenica 22 gennaio 2012


La Regione Lazio entra direttamente nel business dei rifiuti: Corcolle condannata a diventare discarica

INSIDE. Il direttore regionale dei “Rifiuti”, Mario Marotta, già “soggetto attuatore” dell'emergenza ambientale, è anche presidente di Lazio Ambiente, la spa che ha raccolto le ceneri del consorzio Gaia e che è proprietaria del termovalorizzatore di Colleferro. La Regione entra direttamente nel business chiudendo il ciclo dei rifiuti con l'aiuto di Ama e Acea. A dispetto dei vincoli, nell'area di Corcolle sorgerà la prima discarica prevista dal Commissario. Chi è l'uomo che nel silenzio degli uffici sta disegnando la nuova mappa del sistema e il potenziale conflitto di interessi

Giovedì, 19 gennaio 2012 - 12:27:00

di Fabio Carosi

Fatto il piano e chiarito al pianeta, “Da oggi si fa sul serio su tutti i temi. La maggioranza siamo noi”, la Polverini svela il segreto della battaglia in corso per la gestione dei rifiuti. Via il monopolio della Colari e di Manlio Cerroni, il progetto riservato che gli uffici stanno curando è quello di una gestione regionale. Insomma, invece di dare i soldi ai Comuni per sostenere la “differenziata” e avvalersi dei privati per le discariche, Renata entra direttamente nel business.

Come tutte le storie complicate e stracolme di leggi, azioni e storia, il nuovo corso della monnezza laziale merita una po' di attenzione. Partiamo dal piano appena approvato che di per sé dice poche cose, se non che fissa una quota di raccolta differenziata e poi nel 2013 apre le maglie verso il buio della civiltà dei rifiuti. Più che un atto d'indirizzo, il piano è l'ennesima prova di forza: l'approvazione è una vittoria politica che mette ancora di più all'angolo le opposizioni in consiglio.

Ma è quello che si prepara negli uffici, la vera rivoluzione anti-liberale della governatrice. Lo strumento con il quale la Regione ha deciso di fare ciò che l'Ama non è mai stata in grado è la nuova società Lazio Ambiente, una spa costruita per recuperare il caos politico e gestionale del consorzio Gaia alla testa della quale è stato messo provvisoriamente il dottor Mario Marotta.

Marotta per chi si occupa di rifiuti è la vera eminenza grigia. Classe 1974, 155 mila euro l'anno lordi di retribuzione alla Regione Lazio, è un alto dirigente poco silenzioso ma quasi invisibile. L''uomo vanta un passato remoto accanto al governo Prodi, ma cresce e diventa un vero esperto alla corte di Alemanno, ministro delle Politiche Agricole e Forestali, prima all'Ufficio Legislativo, poi all'Agea (rif cv: “organismo pagatore nazionale di tutti gli aiuti per l'agricoltura”) sino a diventare direttore generale dell'Inea e poi vice capo di Gabinetto, sempre al Ministero.

Marotta, dunque, fa rima con Alemanno ma anche con Polverini che oltre a dargli la responsabilità della Direzione Regionale attività produttive e rifiuti, dialoga con lui molti di più che con l'assessore Pietro Di Paolo, che nella partita della monnezza è sempre stato un fantasma per gli uffici. Marotta, oltre ad essere direttore regionale e da poco Presidente di Lazio Ambiente ma è anche “soggetto attuatore” dell'emergenza, cioè l'interfaccia col prefetto-commissario, Giuseppe Pecoraro, nella sciagurata operazione di reperire nuove discariche per chiudere Malagrotta. Dalla Regione partono il piano, i documenti per il commissario e ogni scelta di tutta la complessa partita che ha tenuto Roma col fiato sospeso sino all'ultima proroga della discarica più grande d'Europa.

Riepiloghiamo allora. Marotta fa e disfa dalla Regione alla Prefettura e, con un potenziale conflitto d'interessi, ha in mano le sorti anche di Lazio Ambiente e dei 500 dipendenti che la società ha riassorbito dal Consorzio disastrato. Oltre il mare di debiti nel patrimonio, la spa di Marotta, ha anche la discarica di Collefagiolara e il vicino termovalorizzatore di Colleferro, pagato dallo stato e ridotto al valore zero dalla gestione del consorzio stesso.
Ecco che allora Lazio Ambiente scalda i muscoli. I 28 Comuni per i quali la spa regionale gestirà la raccolta e lo smaltimento degli rsu, da soli non ce la faranno mai ad alimentare a dovere l'impianto di termovalorizzazione, ragion per cui, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, l'operazione “discarica di Corcolle”, servirebbe proprio a garantire al monumento alla monnezza di Colleferro, quel combustibile necessario a bruciare e a produrre energia quanto basta per ricavarne soldi. E il ciclo dei rifiuti sarebbe completo, interamente statalizzato e sotto il controllo totale della Regione, pronta ad avviare partnership con Acea e Ama alle quali ha già chiesto di realizzare il quinto impianto per il trattamento meccanico biologico. Ovvio che nelle intenzioni ufficiali della Regione c'è la volontà indicata per legge di sistemare tutta la partita Gaia e poi mettere a gara l'intero progetto, ma è pur vero che così com'è l'ex Gaia può essere appetibile solo se “rinforzata” dal combustibile romano, poiché è la Capitale il vero produttore di monnezza, con le sue 5 mila tonnellate al giorno.

E così entra in gioco Corcolle, temporaneamente messa all'angolo dal Mibac che ha urlato ai quattro venti i vincoli che impedirebbero la realizzazione della discarica a due passi da Villa Adriana. Rispetto a Riano, come sussurra ma non virgoletta il dottor Mario Marotta, lo stato di avanzamento delle procedure è molto avanti; l'area è in via di esproprio e a giorni dovrebbero ultimare i rilievi tecnici per poi aprire i cantieri, mentre a Riano il tempo perso per ricorsi e contro ricorsi, fa sì che sia ancora un segno sulla planimetria. E Corcolle ha anche un vantaggio straordinario: è a due passi dall'autostrada Roma-Napoli e permetterebbe il trasporto veloce ed economico dei rifiuti sino al costruendo quinto impianti per la produzione di combustibile, e quindi a Colleferro.
Il ciclo così sarebbe completo.

Ecco gli attori nel lungometraggio sui rifiuti del Lazio: Ama, società comunale raccoglie. Lazio Ambiente, società regionale raccoglie; Acea (51% cento Comune di Roma) e Ama trasformano i rifiuti separati in combustibile per Colleferro dove Lazio Ambiente brucia per produrre energia che poi va ad Acea che la rivende sul mercato.

Insomma, via i privati dai rifiuti e tutto sotto controllo di Comune e Regione. Restano solo i debiti di ex Gaia e i pochi crediti vero i Comuni della Valle che non pagano la raccolta. Mentre il governo Monti privatizza le attività, in via Rosa Raimondi Garibaldi si studia la neo statalizzazione dei servizi.



RIANO 21 GENNAIO 2012

Da queste foto si capisce come sabato a Riano tutta la comunita' e' scesa in piazza compatta per difendere il prorio territorio e il proprio diritto alla salute.





Se la politica sulla gestione dei rifiuti non cambiera' tra tre anni ci troveremo nella stessa situazione di Riano.
A oggi non esiste ancora un atto scritto in cui si indica Pizzo del Prete come sede del nuovo inceneritore e discarica annessa ma verbalmente la Polverini continua a designare Fiumicino come sito preferenziale. Ovviamente ancora non e' stato messo niente nero su bianco e questo per evitare il ricorso al tar e altre eventuali azioni legali. Pizzo del Prete e' per loro un posto ideale perche' al contrario di Riano e Corcolle noi non abbiamo un effettivo peso politico,siamo una zona a bassa densita' di popolazione...alias siamo pochi voti, siamo voti sacrificabili!!!





sabato 21 gennaio 2012

Piano rifiuti, Anagni e Paliano nell’ATO con Roma. Chi fermerà nuovo impianto TMB a Castellaccio?


ANAGNI – Tanto tuonò che piovve. Verrebbe da dire così. L’indomani la presentazione del Piano rifiuti regionale da parte della Giunta Polverini e l’approvazione dei primi emendamenti, scrivemmo da queste colonne che i territori comunali di Anagni e Paliano sarebbero rientrati nell’Ambito territoriale Ottimale (ATO) della Provincia di Roma.

Questo significava che la mancanza dell’istituzione di un ATO specifico della città di Roma avrebbe dirottato, se possibile, i rifiuti della Capitale anche in Ciociaria. Col passare dei giorni e la scoperta delle Determine degli uffici regionali competenti, nonchè le manifestazioni più palesi delle intenzioni dei due grandi gestori del ciclo dei rifiuti di Roma e cioè le società AMA e Acea, che hanno idenitificato nella zona del Castellaccio nel comune di Paliano, alle porte di Anagni, un’area idonea alla costruzione di un impianto per il Trattamento Meccanico-Biologico dei rifiuti (leggasi discarica), ecco che scatta l’allarme comune e preoccupato di cittadini, associazioni ambientaliste e istituzioni. Triste dire l’avevamo detto. Più triste vedere che intanto il Piano rifiuti ieri è stato licenziato dal Consiglio regionale del Lazio, e Anagni e Paliano sono collocati proprio in quell’ATO lì, pronti al sacrificio. A prestare un pezzo della loro terra ai rifiuti della Capitale, come se questi territori non avessero già tanti problemi in casa loro dal punto di vista ambientale. Non è chiaro se c’è una regia comune rispetto alle scelte politico-economiche. Speriamo di no. Meglio credere che in queste scelte scellerate ci sia approssimazione oppure razionale cinismo ma non strategia. Sarebbe un colpo doppio perla Ciociaria. E pensare che questa terra vanta un esponente alla Presidenza del Consiglio regionale (Mario Abbruzzese) e un altro (anagnino) alla guida del Gruppo consiliare PdL, il più forte nella maggioranza, Franco Fiorito. Nelle settimane turbolente che hanno preceduto l’approvazione di questo Piano rifiuti nessuno di loro ha fatto udire la sua voce su questa vicenda che riguarda Paliano e Anagni se non per commenti postivi e generalisti (vd Abbruzzese). A che gioco stanno giocando non ci è dato sapere. Per ora resta in piedi un’esile speranza per vedere scongiurata l’ipotesi di un impianto TMB al Castellaccio. Lo stesso Piano regionale infatti, nella parte relativa alla pianificazione degli impianti, attesta che “gli impianti di trattamento meccanico biologico già presenti e autorizzati consentono il raggiungimento dell’autosufficienza in tutti i Sub ATO a partire dal 2015. Negli anni precedenti i Sub ATO di Latina (fino al 2014) e Rieti (fino al 2015) non risultano autosufficienti (gli impianti necessari per assicurare l’autosufficienza di questi Sub ATO sono già autorizzati ma non ancora realizzati)”. Pertanto sia nell’ATO della Provincia di Roma che in quello della Provincia di Frosinone, la capacità degli impianti di TMB esistenti supera di gran lunga il quantitativo di rifiuti indifferenziati prodotti. Una sottile speranza a cui ha fatto appello il consigliere regionale d’opposizione (PD) Francesco Scalia in un ordine giorno che però ancora non è stato discusso dall’Aula consiliare, e su cui il consigliere provinciale Mario Felli ha chiesto l’impegno dell’amministrazione provinciale di Frosinone. E in attesa che l’Aula discuta e che arrivino risposte politiche, un’altra esile speranza si fa strada, sta volta dentro le nostre case. Differenziare di più la nostra immondizia, e produrre tutti meno scarti che vanno nell’indifferenziato, significherà ridurre la necessità di discariche di questo tipo. Il futuro sembra ancora nelle nostre mani. Anzi, nei nostri secchi! Intanto l’unica vera opportunità che i cittadini hanno è quella di far sentire, da soli, la loro voce forte e potente: nella disastrata Valle del Sacco non abbiamo proprio bisogno di un’altra discarica. Se ne facciano una ragione.

giovedì 19 gennaio 2012

Malagrotta
Primo piano

19.01.2012


WWF Lazio: "Impugneremo il piano rifiuti"

Ieri la Pisana ha approvato il nuovo regolamento regionale, contrastato dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste. Vanessa Ranieri: "Il piano va contro le direttive Ue, la raccolta differenziata non sarà obbligatoria per i Comuni"

“Impugneremo il Piano davanti al Tar del Lazio, ritenendolo contrario al dettame della legge e delle direttive comunitarie”. Vanessa Ranieri, presidente del Wwf Lazio, non usa mezzi termini e si schiera contro il Piano Rifiuti approvato ieri alla Pisana dal Consiglio regionale.

Con 40 voti favorevoli e 23 contrari, il Lazio quindi ha dato il via libera alla nuova regolamentazione su gestione e trattamento dei rifiuti, un tema caldissimo per i tanti cittadini che continuano a manifestare contro l’apertura di nuove discariche a Riano e Corcolle, e per la chiusura dello storico sito, ormai saturo, di Malagrotta. “'Avevamo già nei mesi scorsi posto in luce l'assoluta inadeguatezza delle scelte regionali sul tema della gestione dei rifiuti – ha aggiunto Ranieri – Risulta evidente come sia completamente incentrato sull'impiantistica a favore del ciclo integrato dei rifiuti e quindi sull'incenerimento e le discariche, e non per converso sulla realizzazione dei siti di compostaggio e sulla raccolta domiciliare spinta e l'avviamento a filiera”.

Preoccupazione, insomma, per alcuni vuoti di questo piano. La presidente regionale dell’associazione ambientalista ce li spiega: “Non si parla di rifiuti di compostaggio né di un obbligo per i Comuni di fare la raccolta differenziata porta a porta. Questo vuol dire che l’Ama deciderà in proprio se farla o meno. Il tutto contro le direttive europee recepite dal Codice ambiente. Si è deciso di concentrarsi, quindi, solo su smaltimento in discarica e inceneritori, tralasciando del tutto prevenzione, riduzione, riuso e riutilizzo dei rifiuti”. Il piano, però, fissa al 65% la soglia minima di raccolta differenziata dal 2012 fino al 2017. Obiettivo realizzabile? “Decisamente no, senza un’azione incisiva sulla raccolta differenziata spinta”.

Discariche

Approvato il Piano rifiuti, i comitati
"Chiederemo il referendum abrogativo"

Rifiuti, protesta alla Pisana. Cittadini "crocifissi" per l'immondizia 4

Un gruppo di manifestanti del coordinamento Rifiuti Zero ha inscenato anche una crocifissione davanti all'ingresso del consiglio. Incontro tra una delegazione del coordinamento e i capigruppo dell'opposizione. A partire da quella, aperta a tutti, movimenti politici e non, di costruire insieme un referendum consultivo-abrogativo. Nell'intento di “eliminare quanto approvato oggi dal consiglio e obbligare la Giunta a mettersi in regola con l'Europa”. Un gruppo di manifestanti del coordinamento Rifiuti Zero ha inscenato anche una crocifissione davanti all'ingresso del consiglio di E. FARNISI LA GALLERY

L'APPROVAZIONE Il Piano rifiuti passa in consiglio regionale
CONSIGLIO DI STATO "Sui rifiuti è stato di emergenza"
LA SOSPENSIONE La discarica di Malagrotta non chiude

POLVERINI "Sei mesi sono troppi"
L'ANNUNCIO Il sindaco di Tivoli: "Chiuderò le strade per Villa Adriana"
LA MANIFESTAZIONE Gli anti-discariche in piazza
LA FOTO GALLERY Il sit in a Santi Apostoli DI F. NATALUCCI

Il piano rifiuti della Giunta Polverini è passato. Ma questa non è una novità. Almeno per i comitati che in questi mesi lo hanno fortemente contestato e che, ad oggi, non hanno alcuna intenzione di arrendersi. A precisarlo è il coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio che, durante un incontro informale con le forze di opposizione alla Pisana, a margine della votazione in Consiglio, avanza sul tavolo nuove proposte. A partire da quella, aperta a tutti, movimenti politici e non, di costruire insieme un referendum consultivo-abrogativo. Nell'intento di “eliminare quanto approvato oggi dal consiglio e obbligare la Giunta a mettersi in regola con l'Europa”. Un gruppo di manifestanti del coordinamento Rifiuti Zero ha inscenato anche una crocifissione davanti all'ingresso del consiglio.

IL PIANO APPROVATO – Con 40 voti favorevoli su 63, è passato dunque alla Pisana quello che l'opposizione ha ribattezzato “piano fuffa”. “Un piano – spiega il presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio - che non contiene niente, tanto nella prima quanto nella seconda parte”. Anzi, precisa, “un piano che nella prima ha fatto il copia e incolla delle direttive europee e che ha come unico scopo quello di rispondere in deroga alla procedura di infrazione che pende sulla Giunta Polverini”. E che stabilisce in un secondo momento “l'ulteriore realizzazione di inceneritori e discariche”. Continuano di fatto a mancare gli impegni per una raccolta differenziata obbligatoria in tutti i comuni del Lazio, il riuso, il riciclo e il compostaggio dei rifiuti. “Oggi – accusa Bonessio - il Consiglio Regionale ha perso l'importante occasione di cambiare il modello di gestione dei rifiuti, scegliendo al contrario di continuare a investire sul binomio inceneritori-discariche e a tutelare gli interessi delle lobby che si nascondono dietro la gestione dei rifiuti”. A Paliano sorgerà il quinto impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti, per il quale verranno spesi 30milioni di euro. “Se questi pochi soldi – conclude Bonessio – li investissimo invece sulla raccolta differenziata, ci guadagneremmo molto di più, soprattutto in salute”.

ESITO PREVEDIBILE” - E' quanto afferma il portavoce del Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio, Andrea Cavola, che precisa: “Era facile prevedere l'andamento della votazione”. Del resto, fra cittadini giunta e maggioranza non c'è mai stato dialogo: “Né esponenti della Giunta né l'assessore alle Politiche dei Rifiuti, hanno sentito l'esigenza di incontrare i cittadini che chiedevano un confronto”. Dunque, per i comitati l'esito della giornata era quasi scontato. Domani alla Pisana si diterà il testo della legge di iniziativa popolare n.241 e il Coordinamento non ha alcun dubbio: “Viste le cose, non escludiamo che possa anche non passare”. Ma la battaglia dei comitati proseguirà anche di fronte a un altro no.

REFERENDUM ABROGATIVO” - E' una delle proposte messe al vaglio dal Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio che si rivolge a tutte le forze politiche, i partiti, i movimenti e le associazioni cittadine che da tempo si battono per un ciclo dei rifiuti alternativo, basato sulla differenziata porta a porta obbligatoria, il riuso, il riciclo e il compostaggio dei rifiuti. “Vincere questa battaglia, che ricorda quella referendaria per l'acqua bene comune, significherebbe vincere una battaglia di civiltà e politica, ma per farlo abbiamo bisogno di tutti”, ha specificato il Coordinamento, durante l'incontro con i gruppi di opposizione (Pd, Sel, IdV, Verdi, FdS, Radicali) alla Pisana. Che già hanno espresso il loro parere favorevole. “Quello del referendum – ha commentato Adele Conte dell'IdV – sarebbe un modo efficace per denunciare l'inadeguatezza di questa Giunta a gestire il problema dei rifiuti nel Lazio”.

Eleonora Farnisi

martedì 17 gennaio 2012

I RIFIUTI DI ROMA AD UNA SOCIETA'

ANONIMA SVIZZERA



ROMA - Malagrotta, la più grande discarica d'Europa, è in stato d'emergenza ambientale ma ogni anno se ne proroga la chiusura, perché ad oggi ancora non c'è un sito alternativo. Doveva chiudere a fine dicembre, aveva promesso la Polverini, ma non è stato fatto e a fine anno è arrivato un altro rinvio. Come in tutte le emergenze che si rispettino, ci vuole un Commissario e così dal settembre scorso anche la provincia di Roma ne ha uno. É Giuseppe Pecoraro prefetto di Roma dal 2008 e nominato a settembre dal governo Berlusconi Commissario per l'emergenza ambientale.

Ad un mese dal suo insediamento, il prefetto Pecoraro prende la lista dei sette siti, alternativi a Malagrotta che la regione Lazio aveva già indicato, e ne sceglie due: il primo a Riano, l'altro a Corcolle a due passi dalla Villa dell'imperatore Adriano. Una manifestazione di impotenza della politica: si individuano le discariche, ma poi si chiede al Prefetto di intervenire.

Il terreno di Corcolle è di proprietà di una società anonima svizzera e tra i suoi rappresentati in Italia figura Manuela Planner Terzaghi. A luglio - come aveva anticipato il Sole 24 ore Roma - l'area è stata affittata all'Ecologia Corcolle srl e nel contratto tra le due società si parla già della futura discarica. Tra i soci della Ecologia Corcolle che avrebbe dovuto gestire la discarica c'è Giuseppe Piccioni, marito della Planner Terzaghi e due fratelli ventenni di Albano Laziale, Alessandro e Nicoletta Botticelli.

Anche se di giovane età certo non si può dire che i Botticelli manchino di esperienza nel settore dei rifiuti con le loro società di famiglia. Alessandro è socio dell'Asea che due anni fa è stata al centro di un progetto di recupero ambientale in una cava di Lanuvio. A settembre del 2010 la polizia provinciale sequestra l'area perché l'attività di gestione dei rifiuti non era a norma.

A fine novembre arriva il parere dell'Avvocatura generale dello Stato che invita il Commissario ad impegnarsi per una gara pubblica, ma di mezzo c'è sempre la Brixia, la società anonima svizzera con sede a Coira, e anche per l'Avvocatura gli assetti proprietari non sembrano chiari. A chi lo Stato darà i soldi, con l'eventuale esproprio, non lo sapremo mai perché i reali proprietari sono anonimi per definizione e i capitali andando in Svizzera saranno assoggettati ad una tassazione molto più bassa che in Italia. Se poi i terreni sono di proprietà dei rappresentanti legali in Italia, come ci dice il Prefetto, potremmo essere di fronte a proprietà estero vestite, quindi con un enorme potenziale di evasione fiscale. Chissà cosa avrebbe detto l'imperatore Adriano di tutta questa storia.

Luca Chianca
16 gennaio 2012 | 10:53© RIPRODUZIONE RISERVATA