venerdì 22 luglio 2011

Cronaca del 22 luglio 2011 : Malagrotta, è ancora rebus

Malagrotta, è ancora rebus

Il Cdm dichiara lo «stato d'emergenza», in arrivo il commissario voluto dalla Polverini. Ma il Tar annulla ordinanza di chiusura di Alemanno


(foto Jpeg)
(foto Jpeg)
ROMA - «Lo stato d’emergenza per Malagrotta dichiarato dal Consiglio dei ministri. L’ipotesi sempre più concreta che possa essere il prefetto di Roma Pecoraro a gestire, come commissario governativo, la chiusura della discarica. Compito non semplice, vista anche la sentenza del Tar che ha annullato l’ordinanza del sindaco Alemanno che intimava ai gestori la messa in sicurezza dell’Ottavo Colle. «Misure ragionevoli e condivisibili» ma «prive di pratica fattibilità nei termini in cui vengono enunciate».
Cerroni con la presidente Polverini (Jpeg)
Cerroni con la presidente Polverini (Jpeg)
IL RICORSO DI CERRONI - Ed ecco perchè il Tribunale ammimistrativo, con una sentenza del 13 luglio, ha bocciato il provvedimento emesso dopo l’allarme l’Arpa che ha verificato livelli record di inquinamento nel sottosuolo del sito che raccoglie la spazzatura della Capitale. A presentare il ricorso al tribunale amministrativo era stato proprio il gestore dell’invaso, l’ottantatrenne avvocato Manlio Cerroni. Secondo i legali dell’imprenditore «non esiste, ad oggi, neppure una remota possibilità che i dati rilevati siano imputabili alla discarica». E le colpe semmai andrebbero distribuite alla particolare morfologia del sottosuolo e alla presenza in zona di raffinerie e depositi di sostanze chimiche. IL CDM: STATO D’EMERGENZA A MALAGROTTA - La decisione, depositata in cancelleria venerdì 22 luglio, giunge nello stesso giorno in cui il consiglio dei ministri, riguardo l’Ottavo Colle, ha deciso di dichiarare lo stato d’emergenza «al fine di accelerare le procedure necessarie all’individuazione di un sito per lo smaltimento dei rifiuti dell’area romana, in vista della chiusura programmata della discarica».

Rifiuti lavorati a Malagrotta (Jpe)
Rifiuti lavorati a Malagrotta (Jpe)
POLVERINI: DELEGA AL PREFETTO PECORARO - A chiarire il senso del provvedimento varato da palazzo Chigi è la governatrice Renata Polverini: «Ho chiesto al governo di nominare il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, commissario solo per la chiusura della discarica di Malagrotta. Non ci sarà, quindi, alcun commissariamento che riguarda il sistema dei rifiuti. «L’Europa però vuole un segnale chiaro rispetto alla chiusura della discarica - ha aggiunto la presidente della Regione - e, quindi, la richiesta che ho fatto al governo, ovviamente dopo averlo consultato, va nella direzione di dare un segnale di serenità e di fermezza rispetto all’ultima delibera di proroga che ho sottoscritto». ALEMANNO: «OTTIMA SCELTA» - Il sindaco Alemanno reputa «ottima la scelta da parte del presidente Polverini di richiedere la nomina del prefetto Pecoraro, a commissario per la chiusura di Malagrotta. In questo modo si va nella giusta direzione per evitare, grazie anche alle capacità e alla professionalità del prefetto, quelle criticità che purtroppo sono all'ordine del giorno in molte altre Regioni».
L’ARPA: INQUINAMENTO FUORILEGGE - Attorno alla messa in sicurezza dell’impianto resta però incertezza. Alemanno aveva sollecitato i gestori ad effettuare gli interventi di bonifica subito dopo aver letto l’allarmante relazione dell’Arpa che riportava i quantitativi «fuorilegge» «fuorilegge» di arsenico, nichel, benzene e ferro trovati sotto le tonnellate di rifiuti. Valori in certi casi superiori anche di 2 mila volte ai limiti consentiti e che hanno pesantemente inquinato le falde.
IL TAR ANNULLA L’ORDINANZA - La sentenza del Tar azzera il provvedimento, la cui operatività era stata comunque già sospesa in attesa delle valutazioni tecniche chieste dal tribunale amministrativo. Che aveva chiesto infatti di verificare l’idoneità degli interventi prescritti nell’ordinanza «a soddisfare le esigenze di pubblico interesse nella stessa manifestate; le condizioni della loro realizzabilità e la relativa fattibilità; i margini di riconducibilità all'attività espletata dalla odierna ricorrente dei fenomeni che hanno determinato l’amministrazione ad adottare la citata ordinanza».
«MISURE NON IDONEE» - Il Tar del Lazio ha deciso di non discostarsi dai risultati delle verifiche tecniche, un elaborato «ragionato e condivisibile, a mente del quale le prescrizioni contenute nell’ordinanza del sindaco di Roma, sia pur ispirate da una ragionevole e comprensibile esigenza di salvaguardia ambientale, non sono da ritenere idonee al caso in quanto prive di pratica fattibilità nei termini in cui queste vengono enunciate». Ma c’è di più. «Pur non potendo escludere un effetto indotto dalla discarica sul carico ambientale complessivo, la mancanza di significativi dati fa ritenere che non è possibile allo stato attuale esprimere margini diritti e quantificabili di riconducibilità all'attività espletata dalla discarica di Malagrotta» scrivono i giudici mutuando gli argomenti contenuti nella relazione tecnica. Il ricorso del gestore di Malagrotta «deve ritenersi fondato e dunque da accogliere» scrive il Tar del Lazio. Ma le cause dell’inquinamento delle falde restano ancora tutte da spiegare.
Alessandro Fulloni
22 luglio 2011 20:28© RIPRODUZIONE RISERVATA

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