giovedì 28 luglio 2011

Dossier Regione: "Pizzo del prete area di elevato pregio agricolo"

EMERGENZA RIFIUTI

Dossier Regione: "Pizzo del prete
area di elevato pregio agricolo"

Nel documento dubbi sul sito scelto dalla Polverini per il dopo-Malagrotta. I Verdi: "Dalla giunta una scelta superficiale. Basta con discariche e inceneritori"

di MAURO FAVALE
Si è guadagnato la definizione di "preferibile idoneità" ad ospitare il cosiddetto "sistema integrato dei rifiuti". Eppure, Pizzo del prete, la località nel territorio di Fiumicino sulla quale, per la Regione Lazio, sorgerà una mini-discarica e gli impianti di trattamento, ha bisogno di svariati accorgimenti tecnico-logistici. A partire da una serie di verifiche che garantiscano "l'esclusione delle aree a rischio frana" che pure sono presenti, oppure "la compatibilità con i siti di interesse archeologico" o quella con "aree di elevato pregio agricolo".

A scriverlo, nero su bianco, sono i tecnici della Regione che hanno messo insieme un documento di 62 pagine intitolato "Analisi preliminare di individuazione di aree idonee alla realizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi nella provincia di Roma". Un dossier al quale fa riferimento l'ultima ordinanza della presidente Renata Polverini con la quale viene prorogata per altri 6 mesi l'apertura di Malagrotta. Nel documento vengono presi in esame sette potenziali insediamenti: Corcolle, Osteriaccia, Pizzo del Prete-Le Macchiozze, Quadro Alto a Riano, Pian dell'Olmo, Monti dell'Ortaccio, Castel Romano. Ognuno viene analizzato, scrivono i tecnici della Regione, "basandosi su considerazioni di carattere documentale". Premessa necessaria, poiché ad esse "farà seguito ogni campagna di indagine e ogni iter procedurale necessario, così come previsto dalla normativa di settore e dalla tecnica progettuale e realizzativa".

E se Pizzo del Prete-Le Macchiozze (60 più 88 ettari) ricade in un area "debolmente collinare", ma soprattutto dentro "paesaggi agrari di rilevante valore", nelle altre 6 località, secondo lo studio, vengono individuate caratteristiche ancora più problematiche. Come Osteriaccia, che dista "2 chilometri, in linea d'aria, dall'Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Palidoro". O come Quadro Alto che, per la vulnerabilità alle infiltrazioni del terreno, viene definita "scadente" e, inoltre, vicina alla Riserva naturale della Marcigliana e al Parco di Veio. Lo stesso si può dire di Pian dell'Olmo che "ricade all'interno di un'area a rischio paesaggistico". Addirittura "pessima" è la qualifica data ai Monti dell'Ortaccio in quanto "area ad elevata infiltrazione". Tra i fattori cosiddetti "preferenziali", invece, per Pizzo del prete c'è la "possibilità di trasporto intermodale" e che consente un afflusso dei rifiuti più facilitato. Rifiuti che, come viene ripetuto nel documento, verranno "posti a dimora solo dopo trattamento". Uno degli elementi sui quali la Polverini sta spingendo maggiormente per convincere le popolazioni di Fiumicino che da settimane sono sul piede di guerra. Così come i cittadini di Riano che temono di dover ospitare la discarica provvisoria in attesa della costruzione dell'impianto a Fiumicino.

Per i Verdi, però, comunque vada ci vorrà troppo tempo. "E allora - affermano Nando Bonessio e Angelo Bonelli - se il 31 dicembre chiuderà Malagrotta, l'unica possibilità è spostarsi a Testa di Cane dove Manlio Cerroni (il dominus dei rifiuti a Roma, ndr.) ha già avviato i lavori". Intanto il documento della Regione - accusano i Verdi - dimostra due cose: la superficialità con la quale è stato scelto il sito di Pizzo del prete e il fatto che, allo stato attuale, questo sistema che prevede discariche e inceneritori non è più sostenibile".
(27 luglio 2011)

1 commento: